mercoledì 24 agosto 2011

Mi chiamo Rosalba ....


Mi chiamo Rosalba, ho 37 anni, sono sposata ed ho un figlio di nome Luca. Voglio raccontare, a lode e gloria del Signore, ciò che Egli ha fatto per me, ed in particolare la mia esperienza avuta con Lui nel Febbraio 1998, quando mio figlio aveva 15 anni.

Mio figlio era stato sempre bene, pieno di energie e di salute, ma quell’anno ha preso l’influenza e di conseguenza l’ho curato. Quando ad un certo punto sembrava che tutto fosse passato, ha preso la ricaduta, o almeno questo è ciò che pensavamo io e mio marito.


La mattina di giovedì 19/02/98 sono andata a lavorare, lasciando Luca alle cure di mio marito, raccomandandomi di assisterlo adeguatamente. Più tardi però, mentre stavo lavorando, mi ha telefonato mia madre tutta agitata: Luca mentre girava per casa aveva avuto giramenti di testa e svenimenti e si era sentito male al punto che avevano dovuto chiamare l’ambulanza e portarlo d’urgenza all’ospedale.

La sola parola OSPEDALE mi sconvolse, ma subito mi ripresi e ci andai di corsa, mentre tanti pensieri mi assalivano: momenti terribili quelli!

In quei momenti tutta la mia debolezza umana si faceva sentire, non poter far alcunché per la persona che amavo e che stava soffrendo mostrava la mia impotenza di mamma, di un essere umano. E’ in quei momenti che scopriamo la grandezza di Dio: quando l’uomo riconosce la sua debole condizione, allora si rivolge al Forte (che tale è il significato di Dio).

Arrivata all’ospedale sono andata velocemente al capezzale di mio figlio e, vedendo Luca, mi sono resa conto delle gravissime condizioni in cui versava. Vi confesso che subito mi sono fatta prendere dal panico e dalla disperazione, mi sentivo impotente; andavo da un medico all’altro per sapere cosa fosse successo a mio figlio (Luca in quei momenti era in uno stato di completa incoscienza). Essi mi rispondevano che stavano facendo esami e gli accertamenti del caso per sapere con precisione cosa avesse il ragazzo; così io stavo a spiare il via vai dei medici per cercare di scoprire qualcosa dai loro sguardi.

Mentre tutto ciò stava accadendo, la notizia del grave stato di Luca si era diffusa e così tutta la mia famiglia è accorsa e si è stretta intorno a me ed a mio marito; tutti hanno iniziato a pregare il Signore perché intervenisse su Luca per guarirlo. Anche la Chiesa, adunata per il culto del giovedì, essendo stata informata dal Pastore dello stato di estreme gravità in cui versava Luca, ha pregato di pari consentimento e nella potenza dello Spirito Santo.

In quei momenti sentivo dentro di me che solo il Signore poteva intervenire per la guarigione di Luca: la mia fede fu messa alla prova, ed io la riposi nel Signore! Così sono andata sulla terrazza dell’ospedale con tutta la mia disperazione, ho alzato al cielo i miei occhi pieni di lacrime ed ho portato al Signore tutto il mio dolore: ho iniziato a parlare con Dio della mia afflizione ed ho quindi affidato Luca nelle Sue mani.

In quel momento ho sentito la pace invadere il mio cuore e le lacrime non scendevano più: sentivo forte e potente la presenza del Signore dentro di me. Quando ho terminato la mia preghiera, sono scesa dal terrazzo e sono andata dai medici per sapere come stavano le cose: mi hanno detto che Luca era in preda alla meningite (una malattia di tipo virale che in genere uccide o lascia il cervello menomato, solo in rari casi ci si può salvare e tornare come prima). Questa notizia ha dato un duro colpo alle mie speranze, ma il Signore non ha permesso che la mia fede venisse meno, ed ho continuato a confidare in Lui.

Così dal San Luigi ci hanno mandato all’Amedeo di Savoia, meglio attrezzato per le malattie infettive; qui, all’arrivo c’era già una dottoressa che ci aspettava. Voglio precisare, a gloria del Signore, che i medici non ci avevano dato alcuna speranza, si erano trincerati dietro la formula "prognosi riservata", e dicevano che forse si sarebbe svegliato ma non prima di tre giorni.

Ma anche in questo il Signore ha operato, infatti il giorno dopo, venerdì 20, Luca si è svegliato nel tardo pomeriggio:

IL SIGNORE, SEMPRE FEDELE, AVEVA OPERATO IL MIRACOLO

Mio figlio aveva una grande luce negli occhi, come se niente fosse successo, poi mi ha chiesto:<<Mamma, perché mi trovo in ospedale?>>, e subito dopo, senza darmi il tempo di rispondere, ma ha detto:<<Qualsiasi cosa mi sia successo, ringrazio il Signore per avermi fatto aprire di nuovo gli occhi>>.

Grande è stata la gioia per il figlio che ci era stato restituito, ma vi assicuro che per me, in quei momenti, la gioia più grande è stata l’aver costatato che il Signore è un Dio vivente in cui poter confidare continuamente e che Egli è vicino: NON ERO PIU’ SOLA … E NON LO SARO’ MAI PIU’!

Questo prima lo sapevo, ma ora lo avevo realizzato nella mia vita! Prima sapevo che "la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono" [Ebrei 11:1], ora però avevo personalmente sperimentato che la fede riposta nel Signore aveva dato il suo buon frutto.

Voglio ringraziare il Pastore Lazzaro e tutti i fratelli e sorelle in Cristo che hanno pregato per mio figlio insieme a me ed a mio marito, ma soprattutto voglio ringraziare il Signore per l’opera meravigliosa fatta nel nostro mezzo. Il suo braccio non si è raccorciato, ma siccome Egli abbonda sempre, Luca non solo ha avuto la guarigione, ma anche la salvezza. Infatti subito dopo è stato battezzato di Spirito Santo ed a maggio ha reso testimonianza di tutto ciò facendo patto col Signore e scendendo nelle acque battesimali.
Rosalba A.

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