sabato 5 novembre 2011

In ricordo di Charles Greenaway

Charles E. Greenaway era nato il 13 agosto 1918 a Madera, Pennsylvania da una famiglia originaria dell'Irlanda. Sappiamo poco della sua fanciullezza, tranne quanto contenuto nella sua testimonianza narrata nel 1990, in occasione del Convegno Pastorale ADI, tenutosi a Catania. Ecco la ricostruzione di alcuni stralci significati­vi: "Non sono molto anziano, non ho 100 anni, ma sono molte volte bisnonno, e ho predicato l'Evangelo per 55 anni. Ho avuto il privilegio di annunciare Cristo in ogni continente eccetto l'Antartide. Ho predicato ad ogni cultura del mondo ed in ogni stato d'America.,,In tutto il mondo esistono 225 nazioni; ne ho visitate 170 e vi ho predicato Cristo. Potrei parlarvi di 50 anni di storia di questo movimento. Ho conosciuto i pionieri di questo movimento di risveglio che sono quelli che mi hanno incoraggiato: li amavo tutti! Dal 1949 sono entrato in contatto con l'opera di Dio in Italia e sono testimone di ciò che Dio ha compiuto in questa nazione.
Molti anni fa giunse in America una famiglia proveniente da Roma e si trasferì nella zona più povera della città (Philadelphia, Pa; n.d.r.). Non parlavano una parola di inglese né il padre né la madre. Nella casa accanto viveva un rigattiere: comprava ferro vecchio, motori vecchi., sembra­va proprio un robivecchi e il cortile della casa dove abitava era piena di rottami. Ma urla sera, questo rigattiere entrò in una piccola aula di una comunità pentecostale ed il Signore' lo salvò; poco dopo fu battezzato nello Spirito Santo e disse al Signore di non voler più fare il robivec­chi, esprimendo il desiderio di fare qualcosa per Lui. Disse: "Cosa posso fare per te Signore?". E la risposta fu: "Va da quella famiglia italiana che è venuta ad abitare accanto a te, diventa loro amico e portali in chiesa perché si convertano a Me". "Signore, Tu sai che non parlano inglese, come farò?". "Va e trova qualcuno che parli italiano". "Signore chiama qualcun altro!". E Dio gli rispose: "No! Devi andarci tu!". Allora escogitò
un metodo per entrare ha contatto con questi vicini italiani. "Bene", disse fra sé, "pre­parerò una torta, e una torta è sempre buona e gradita". Perciò preparò la torta, e tremando, perché non sapeva cosa doveva fare, picchiò all'uscio di quella casa. Entrò, il rigattiere non poteva farsi capire e quelli non potevano parlare con lui. Offerse loro la torta e sorrise, gli italiani a loro volta sorrisero, e stettero così per circa 15 minuti. Quando tornò a casa disse: "Meno male anche questa è fatta, ora me ne starò tranquillo", ma i/ Signoregli suggerì: "La settimana prossima visitali di nuovo". Che fare? Preparò un'altra torta e tornò a visitare quella famiglia. Si sorrise­ro ancora e queste visite durarono per molti mesi. AIla terza volta che il robivecchi li visitò offren­do ancora una torta, Ia famiglia di italiani a loro volta gli offrì una insalatiera di pasta e questi scambi durarono per molti mesi. Una sera, dopo un po' di tempo, cominciò a parlare facendosi capire a segni. Poi cominciò a pregare con loro, anche se non capivano quello che diceva, per rispetto chiudevano gli occhi fino al punto che il rigattiere riuscì a condurli al culto. Il predicatore avrebbe potuto predicare come un arcangelo, ma la famiglia di italiani non comprese neanche una parola. Ma lo Spirito del Signore, che dovrebbe essere sempre presente in tutte le nostre riunioni, può operare miracolosamente nei cuori. Quegli italiani bcn presto si convertirono e poi furono battezzati nello Spirito Santo. Questi coniugi avevano un figlio, si chiamava Arturo, era un delinquente. Era uk capellone, con un classico viso italiano ed i càpelli neri. Apparteneva alla malavita, era un violento, portava sempre la pistola, sí ubriacava, e tutti avevano paura di lui. Ma un giorno il Signore suggerì al rigattiere: "Fai in modo che entri in chiesa, portalo al culto", e quegli rispose: "Non ho coraggio di affrontarlo, mi ucciderà", ma con insistenza il Signore lo spingeva a condurlo in chiesa. Alla fine, quel credente ubbidì, e così riuscì a condurre Arturo 
al culto. Si recò in chiesa per compiacenza, altezzosamente si sedette in fondo alla sala e disse fra stt "Sto fino a quando chiudono gli occhi perpregare, poi me ne vado". Ma non poté Muoversi, lo ,Spirito Santo cominciò ad operare nel suo cuore e ad un tratto Arturo corse all'ingi­nocchiatoio e gridò:" Signore abbi pietà di me, sono un pec,cato4e", e quella sera fu gloriosa­mente salvato. Dopo il battesimo nello Spirito Santo sentila vocazione di predic are l' Evangelo e divenne un evangelista.
Un giorno Arturo Vespa venne a predicare nellanostra zona. Allora ero ancora un ragazzac­cio irlandese scatenato. Mi capitò di passare dinanzi alla chiesa dove Arturo Vespa stava predicando, non volevo entrare, ma lo Spirito Santo mi spinse a farlo e mentre stavo ascoltando il messaggio, qualcosa mi afferrò. Arturo Vespa scese dal pulpito, giunse fino in fondo alla sala, dove mi trovavo, mi poggiò la mano sulla spalla e mi disse: "Vieni", e mi condusse avanti e rimase accanto a me mentre pregavo.
Il rigattiere aveva ubbidito a Dio e quei geni­tori furono salvati, Arturo Vespa fa salvato, poi anch'io ho sperimentato la salvezza, ora mio figlio è salvato, edè anche un predicatore dell'E­vangelo. Per il ministerio di Arturo Vespa oggi predico l'Evangelo. Poi andai alla Scuola B
ca, la chiamata di Dio al ministerio era forte nel mio cuore, ma non sapevo quello che avrei potuto e dovuto fare. Mi diplomai in quella Scuola Biblica, e tornai a casa, ero povero, veramente povero e non sapevo come Dio pote­va usarmi. Non avevo più sentito parlare di Arturo Vespa, non sapevo più nulla di lui, ma Kennett Wilkerson, il padre di David W ilkerson, mi dise: "Vado a Lancester, in Pennsylvania per un convegno, perché non vieni can me?" Andai e per tre giorni pregai: "Signore fa che qualcuno mi aiuti e mi inviti ad esercitare il ministerio in qualche posto". L'ultima sera, il convegno era finito, tutti erano andati via, ero rimasto solo in quella sala e pregavo piangendo: "Signore, so che mi hai chiamato a servici, ma come mai nessuno mi vuole, nessuno mi incoraggia?". Ecco che all'improvviso la porta della sala si riaprì e Arturo Vespa entrò, venne verso di me e mi disse: "Charles, stavo andando a casa stasera,ma il Signore mi ha parlato e mi ha detto di tornare indietro. Sono venuto per te, prendi le tue poche cose e vieni in città, abbiamo in program­ma di costituire cinque comunità nel centro e ho bisogno di te".
Da queste umili origini Charles Greenway iniziò il suo ministerio evangel istico prima emis­sionario poi. Nel 1940, nel corso di alcune cam­pagne evangelistiche nell'Alabama, incontrò Mary Louise Dubose di origine francese, figlia di uno dei pionieri delle comunità pentecostali in quello Stato. Donna di grandi doti, con una coltura superiore, in seguito insegnerà in alcune università degli Stati Uniti. Si sposarono e nel 1944 avvertirono la chiamata a svolgere un'ope­ra missionaria nell' Afric a occidentale, nonstante l'apparente fragilità di Mary che sembrava ren­derla inadatta alla vita disagiata della missione. Insieme sono stati i pionieri delle chiese delle Assemblee di Dio degli attuali Stati africani del Burkina Faso (ex Alto Volta), del Togo, del Benin (ex Togo-Dahomey) e del Senegal.
Nel 1949, durante una breve v i sita in Gran B re­tagna, Charles Greenway fu uno dei predicatori alla Comunione Pentecostale del Regno Unito, e chi scrive, allora studente presso l'I.B.T.L, ebbe per la prima volta il privilegio di godere del suo peculiare ministerio della Parola.
Nella Conferenza Generale delle Assemblies of God tenutasi ad Atlanta, Georgia, nel 1953,  al­l'epoca ancora missionario in Africa occidenta­le, Charles Greenaway fu invitato a rivolgere un appello per raccogliere offerte a favore dell'ope­ra missionaria estera. La risposta fu unanime ed entusiasmante, mai prima di allora si ebbe una raccolta tanto copiosa. Un partecipante scriveva: "Giovani di talento e di esperienza risposero all'appello per essere inviati a coloro che non avevano mai udito il nome di Gesù. Ci sembrò che quella Conferenza Generale fase stata orga­nizzata soltanto per questo momento di consa­crazione". Da allora Greenaway divenne noto in tute le chiese della Assemblies of God per la sua predicazione e per la sua capacità di incoraggiare l'interesse per le missioni. Accettò di prolungare il periodo di licenza dal campo di missione in Africa per svolgere un'attività itinerante tra le chiese AoG per il programma nazionale missio
natio "Global Conquest" (Conquista Globale).
Nel 1965, nell'ambito del Dipartimento delle Missioni estere, assunse la direzione della zona Eurasia. Nonostante avesse iniziato il proprio servizio missionario nel B urkina Faso, in Africa Occidentale, sottolineò con fervore, dinanzi alle chiese AoG in America,1' importanza dell'Evan­gelizzazione in Europa, neI Medio Oriente, nel­l'Asia Meridionale. Fu uno dei primi a ricono­scere che il vecchio continente europeo si era tanto secolarizzato da divenire un nuovo, grande campo di missione. Con la sua visione, nel 1968; incoraggiò la trasformazione della Scuola Bibli­ca delle Assemblee di Dio del Belgio ne/ Conti­nental Bible College, che poi fu trasferito a Bruxelles, nel 1977. Qui si costituì, su suo sugge­rimento, anche la sede internazionale dell'I.C./. (Istituto di Corrispondenza Internazionale) per la produzione di milioni di corsi biblici, nelle diver­se lingue, inizialmente soltanto a carattere evan­gelistico. Nel periodo del suo mandato i rapporti con le Assemblee di Dio Italia sono stati sempre cordiali e generosi. Animato da una visione ampiadell'opera di Dio, sostenne sempre l'asso­luto rispetto della cultura e dei metodi di lavoro spirituali di diffusione dell'Evangelo in Italia. Già nel 1965, prese parte al Secondo Congresso Evangelistico Italiano e predicò un messaggio incoraggiante ed equilibrato ai rappresentanti di tutte le chiese evangeliche italiane. Fu il predica­tore ufficiale al Convegno Pastorale del 1978; tenutosi a Crotone e fu uno strumento di grande benedizione per tutti i presenti.
Quando, nel 1983; per raggiunti limiti di età, lasciò la direzione di Eurasia presso il Diparti­mento delle Missioni estere, ormai libero da impegni direttivi, continuò il proprio ministerio evangelistico ed edificativo soprattutto negli Stati Uniti, ricevendo sempre numerosi inviti per partecipare a Conferenze missionarie. Si calcola che attraverso gli anni abbia predicato in oltre 800 Conferenze missionarie.
Nel marzo 1990, in occasione del 50 anniver­sario del loro matrimonio, i coniugi Greenaway tornarono in Europa e visitarono nuovamente nazioni e chiese dove avevano svolto il loro ministerio. In quella occasione avemmo la gioia di riascoltarlo e fu invitato per altre tre volte in concomitanza con il Convegno Pastorale deI 1990 e gli Incontri Nazionali Giovanili del 1991 e 1992. La spontaneità del suo ministerio della Parola, il suo gioioso metodo di presentarla, gli appelli alla consacrazione, non potranno essere facilmente dimenticati da migliaia di partecipan­ti, giovani e meno giovani. La sua amabilità e la sua generosità manifestate attraverso gli anni a favore dell'opera di Dio, saranno indimenticabi­li. Prima della sua ultima visita, nel 1992, aveva subito un gravissimo intervento a "cuore aperto", tuttavia, anche se non proprio in forze, venne in Italia e Dio lo usò potentemente. A Dicembre fu necessario ricoverarlo di nuovo e subì un altro difficilissimo intervento cardiaco, dal quale non si è più ripreso. Nel mese di giugno, disse alla figliola di contattarci a mezzo fax, richiedendo preghiere, perché diceva: " Non è possibile che non debba tornare a predicare". Nel frattempo anche la sua fedele consorte, già molto debole nel fisico, si era ammalata; infatti è stata richiamata alla casa. del Padre una settimana prima di lui.
Sabato 31 luglio u.s. anche il generoso cuore di Charles Greenaway che aveva tanto amato l'ope­ra del Signore e le missioni ha cessato di battere! Nelle sue ultime volontà aveva lasciato scritto che il suo funerale si sarebbe dovuto trasformare in una riunione a carattere missionario nella quale si doveva raccogliere un'offerta da devol­vere alle missioni estere, cosicché fino all'ultimo è rimasto simile all'originale impostazione del suo ministerio e alla passione missionaria che lo ha spinto a donare la sua intera esistenza per le anime perdute. Quello stesso giorno si era tenuto un funerale di Mary. Come erano stati uniti nella vita terrena e nel ministerio per 60 anni, così, insieme, sono entrati nel riposo di quanti hanno fedelmente servito il Signore.
A noi rimane il ricordo e l'esempio di generoso servizio dei Greenway, che potranno essere un incentivo per vivere una vita consacrata a Coluiche continua a compiere le Sue opere "non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito Santo".
Francesco Toppi

3 commenti:

  1. Come non ricordare del frat. Greenway, mentre sventolava un fazzoletto bianco sul pulpito di Via Susanna a Catania lodando Dio per la potenza dello Spirito Santo, saltando di gioia per la Sua presenza. Non ci rimane che seguire l'esempio di questi uomini di Dio, continuando a servire il Signore.
    Rosetta Mascali.

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  2. C'ero pure io e ricordo il fazzoletto bianco ma anche il famoso bicchere d'acqua che non doveva mai mancare.Quante benedizioni!

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