“e tutta questa moltitudine
riconoscerà che il SIGNORE non ha bisogno di spada né di lancia per salvare;
poiché l'esito della battaglia dipende dal SIGNORE ed egli vi darà nelle nostre
mani”1Samuele
17:47.
Quante battaglie
il credente deve combattere, ma il nemico è sempre e solamente uno, il Diavolo.
Davide nella sua avventurosa vita affronterà diversi nemici e una cosa ci
trasmette dalla sua esperienza, il nemico si affronta con armi diverse, armi
non convenzionali, con la fede nell’Iddio onnipotente che decide le sorti della
battaglia dando vittorie impossibili da ottenere diversamente. Nel caso
descritto contro Goliat, vediamo come tutto un popolo, Saul compreso, dice la
scrittura:
“…. rimasero sgomenti ed
ebbero gran paura” 1Samuele 17:11, ed in un certo senso
avevano ragione di avere paura e vediamo perché:
-
primo perché avevano di fronte un gigante
-
secondo perché chi avrebbe affrontato il gigante si
prendeva una responsabilità enorme
-
terzo perché si erano dimenticati che potevano
confidare in Dio
Davide aveva superato brillantemente tutte e tre le
fasi e forte del coraggio che si ottiene dall’avere fede in Dio e va incontro
al gigante Goliat e incontro a una grande vittoria.
1) VINCERE
LA PAURA DEL GIGANTE
Il gigante Goliat viene descritto come un uomo alto
circa tre metri, un campione, un guerriero con tanto di armatura, un elmo di
bronzo, una corazza a squame del peso di cinquanta chili, delle gambiere di
bronzo e un giavellotto (una lancia) composta da un manico robusto come un
subbio di tessitore e una punta di ferro che pesava sei chili; in oltre aveva
uno scudo portato da uno scudiero che lo precedeva, e la spada che Davide
definisce: “Nessuna è pari a quella” 1Samuele 21:9. Detto
ciò possiamo comprendere le paure che attanagliavano Saul e il suo esercito, ma
cosa invece aveva dato coraggio a Davide? Davide, a differenza di Saul, sentiva
forte la benedizione di Dio nella sua vita per via dell’unzione che Samuele
aveva effettuato poco tempo prima, tanto che, suo malgrado, aveva dovuto fare
pratica, lui stesso ci racconta come aveva vinto contro un leone e contro un
orso quando questi cercavano di portare via una pecora dal gregge che egli
pasceva. Davide si sentiva protetto e nello stesso tempo animato da una forza
diversa, la forza che procede da Dio. Come novello Davide, anche il cristiano
deve vincere le paure del gigante, precisando che il gigante è il nemico
spirituale delle anime nostre, il serpente antico, il diavolo. Egli è potente,
e dispone di armi efficaci, ma questo non deve portare sgomento, l’arma per
eccellenza nelle mani del nemico è proprio la paura, cercare di intimorire
l’avversario è il primo passo per la vittoria, infatti un avversario impaurito
è un avversario già vinto. Davide non si fa intimorire perché, come abbiamo
accennato prima, ha sperimentato per
fede che la potenza di Dio è infinitamente superiore alla potenza del suo
nemico. Non lasciamoci prendere dalla paura del gigante che c’è di fronte a
noi, vinciamola perché Dio è dalla nostra parte.
“Che diremo dunque riguardo a queste cose?Se Dio è
per noi chi sarà contro di noi?”
Romani 8:31
2) VINCERE
LA PAURA DELLE RESPONSABILITÀ.
Molto probabilmente, un’altra componente che
lasciava alcuni dei presenti sgomenti, oltre la stazza del guerriero che
avevano d’avanti, era dovuta al fatto che chi avrebbe affrontato il gigante
avrebbe anche preso su di lui la sorte di vittoria o sconfitta dell’intero
popolo, infatti nella sfida che sopraggiunge viene detto: “Egli
dunque si fermò e, rivolto alle schiere d'Israele, gridò: «Perché uscite a
schierarvi in battaglia? Non sono io il Filisteo e voi dei servi di Saul?
Scegliete uno dei vostri e scenda contro di me. Se egli potrà lottare con me e
uccidermi, noi saremo vostri servi; ma se io sarò vincitore e l'ucciderò, voi
sarete nostri sudditi e ci servirete». Il Filisteo aggiunse: «Io lancio oggi
questa sfida a disonore delle schiere d'Israele: Datemi un uomo e ci
batteremo!»” 1Samuele
17:8-10. Come cristiani siamo chiamati a prenderci delle
responsabilità, sapendo che Dio si aspetta da noi piena fiducia in Lui. Saul,
alla stessa stregua di Davide, aveva ricevuto la stessa unzione e ne aveva
sperimentato già da subito l’efficacia e la forza che ne scaturiva dall’essere
un unto di Dio, ottenendo una vittoria straordinaria quando deve combattere la
sua prima battaglia contro gli ammoniti. Saul avrebbe dovuto ricordarsi che lui
poteva essere l’uomo giusto che doveva prendersi quella responsabilità, ma la
sua posizione di disubbidienza l’aveva allontanato da Dio con risultato che la
paura lo aveva lasciato sgomento. Siamo sinceri con noi stessi, molte delle
nostre sconfitte sia materiali che spirituali sono date dal fatto che siamo
lontani dal Signore e siamo coscienti che in quella condizione non possiamo
prenderci delle responsabilità. Facciamo i passi giusti, mettiamoci apposto davanti
al Signore, allora si che per fede possiamo prenderci delle responsabilità che
sono più grandi di noi, andando incontro alla battaglia con rinnovata fiducia
nell’Iddio vivente.
“Chi vince lo farò
sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con
il Padre mio sul suo trono”Apocalisse
3:21.
3) VINCERE
LE PAURE DELL’IGNOTO.
Tante volte il popolo di Israele ha dovuto superare
delle evidenti difficoltà che incontrava nel suo cammino e per tante volte Dio
ha dovuto lamentarsi del popolo che non riponeva in Lui la sua fiducia. Nella
storia poco recente a quella raccontata, nel libro di Giosuè, vediamo come
tutto un popolo viene punito proprio perché la paura dei giganti li aveva
portati a considerare di tornare in Egitto, dimenticando tutti i miracoli che
Dio aveva fatto prima di allora. Avevano pure dimenticato come per il valore di
un uomo, Caleb, erano stati sterminati tutta una generazione di giganti, gli
Anachin, che abitavano il monte di Ebron. Comprendiamo dunque che non avere
fiducia in Dio equivale ad avere paura dell’ignoto, quel popolo al servizio di
Saul, era disorientato e pauroso perché aveva perso la fiducia nel suo Dio. A
volte il gigante da sconfiggere, per il cristiano è la paura del domani,
l’incertezza che proviene nel non vedere un futuro roseo. Ci rendiamo conto che
questo non solo è una bugia del nemico, ma anche l’evidenza che la nostra
fiducia non giace completamente nel Signore. Davide non ha dubbi e lo dimostrano
le parole che proferisce con sicurezza davanti al nemico: “Allora
Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e
con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del SIGNORE degli
eserciti, del Dio delle schiere d'Israele che tu hai insultate. Oggi il SIGNORE
ti darà nelle mie mani e io ti abbatterò; ti taglierò la testa, e darò oggi
stesso i cadaveri dell'esercito dei Filistei in pasto agli uccelli del cielo e
alle bestie della terra; così tutta la terra riconoscerà che c'è un Dio in
Israele, e tutta questa moltitudine
riconoscerà che il SIGNORE non ha bisogno di spada né di lancia per salvare;
poiché l'esito della battaglia dipende dal SIGNORE ed egli vi darà nelle nostre
mani»”1Samuele 17:45-47.
Davide non aveva paura se il domani poteva ancora avere un futuro perché la sua
fiducia in Dio era totale. Il cristiano deve imparare a confidare pienamente
nel suo Dio, il domani non ci appartiene perché appartiene a Dio. L’apostolo Paolo aveva imparato bene la lezione,
infatti anche se morso da una vipera non dubitò minimamente che Dio lo avrebbe
liberato: “Ma Paolo, scossa la
bestia nel fuoco, non ne patì alcun male” Atti 28:5.
CONCLUSIONE
La storia ci racconta di un
Davide che andò incontro al nemico dopo avere scelto con cura l’arma con cui
doveva combattere, delle pietre di fiume che servivano ad armare la sua fionda.
È vero che si era scelto con cura delle pietre di fiume, ma lui stesso dice e
descrive un’altra arma ben migliore della sua fionda: “Allora
Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e
con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del SIGNORE degli
eserciti, del Dio delle schiere d'Israele che tu hai insultate” 1Samuele 17:45,
l’arma era Dio stesso che combatteva per lui. Dio quel giorno diede una grande
vittoria a Davide, infatti prese una umile pietra e la trasformo in un
micidiale proiettile che andò a conficcarsi nella fronte del gigante Goliat,
segnando così la sua definitiva sconfitta e la grande vittoria di Dio tramite
Davide. La storia ancora oggi non cambia, quando poniamo fede nell’Iddio
Eterno, succede che l’impossibile diventa possibile, succede che le nostre
paure e le nostra incertezze svaniscono lasciando posto alla vittoria di Dio,
succede che il nemico fugge davanti alle preghiere che mettiamo con fiducia
nelle mani di Dio, trasformandole in armi micidiali per il nemico che ci sta di
fronte. Impariamo ad avere fede.
A Dio sia la gloria
GIACOMO ACETO
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