martedì 20 settembre 2011

Salvezza e liberazione


Vito Rigillo era un alcolizzato e un bestemmiatore, ma un giorno accettò Cristo e la sua vita fu cambiata radicalmente dalla potenza di Dio

Ho 39 anni ed ho accettato il Signore nel mese di giugno del 1998. Soltanto allora ho capito l’amore che Dio ha sempre nutrito verso di me e posso comprendere il suo comandamento: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
A 16 anni ho intrapreso la strada dell’alcol e così facendo non amavo la mia vita; come potevo amare quella degli altri? A volte s’incomincia a bere per incomprensione, mancanza d’amore e di fiducia. A 21 anni ero già sposato con un figlio, continuavo a bere senza mai vigilare sul rapporto che avevo con l’alcol; mi sembrava di poterlo dominare, ma quando ho cercato di abbandonarlo ormai non ne potevo fare più a meno. La mattina, appena alzato, avevo bisogno di bere per stare meglio e affrontare la giornata, e per me era difficile accettare la sconfitta davanti alla bottiglia. Avevo abbandonato anche il lavoro, il tempo lo passavo con i soliti amici dai quali non riuscivo a separarmi. Gl’incidenti si verificavano a catena. Ne ricordo uno avvenuto sul lavoro: mentre stavo demolendo una trave in cemento, è ceduta l’impalcatura e stavo per essere schiacciato dall’ammasso di materiale che si era staccato,...
ma in quell’istante la mia mente si rivolse a Dio e tutto si risolse con un semplice graffio perché il cumulo di detriti cadde a pochissimi centimetri dal punto dove ero finito io. Altri incidenti li ho avuti con l’automobile ma ne sono uscito illeso, nonostante la loro gravità. Sempre per colpa del mio attaccamento all’alcol sono stato vittima di un infarto ed ero consapevole di trovarmi sul punto di morire, ma anche in quella circostanza ho invocato Dio e mi sono ripreso. Passata la paura, però, anziché ringraziarLo, il merito l’ho attribuito a me stesso pensando di essere stato forte. Poco a poco, stavo perdendo anche la mia famiglia a cui tenevo tanto. I miei figli mi salutavano con timore e non so come mia moglie mi abbia sopportato per tanto tempo. Sono arrivato a pensare che l’unica cosa che mi avrebbe potuto salvare sarebbe stato il carcere. Ero anche un diffidato dalla giustizia. Ormai non ce la facevo più, sapevo che mi rimaneva poco tempo da vivere; mi tremavano le mani, giravo armato aspettando la prima occasione che mi avrebbe condotto in prigione dove pensavo sarebbero finiti i problemi che mi affliggevano.
In quei momenti mi sono ricordato di avere un grande Dio e mi sono rivolto di nuovo a Lui, che mi ha indicato la strada per uscirne. Finalmente ce l’ho fatta e ne sono venuto fuori, ma dell’aiuto di Dio mi sono dimenticato e ogni occasione era una buona scusa per bestemmiarLo. Mi sono rimesso di nuovo a lavorare pensando di fare soldi e recuperare gli anni perduti. Sembrava che tutto fosse a posto, ma dentro di me mancava qualcosa di molto importante: mi mancava Dio. Allora mi sono ricordato che nel lontano 1991, un mio amico emigrato in America e che si trovava in vacanza in Italia, mi aveva parlato dell’Evangelo di Cristo Gesù come unica via per andare a Dio, così un giorno, agli inizi di giugno del 1998, ho assistito ad una riunione evangelica nella quale la Parola di Dio ha toccato il mio cuore. Le parole pronunciate dal predicatore sembravano dirette a me. C’erano persone provenienti da tanti altri paesi della zona e per come si comportavano con me sembrava che ci conoscessimo da tanto tempo. Quell’atmosfera mi piaceva e ho cominciato a frequentare il culto presso la comunità di San Vito sullo Ionio. Tutti mi chiamavano fratello ed io nutrivo un santo timore quando mi comportavo male. Mentre il pastore predicava, sembrava che le parole uscite dalla sua bocca fossero rivolte a me e in quei giorni mi chiese se avevo accettato il Signore come mio personale Salvatore. Con molta certezza gli risposi di sì! Da quel momento la mia vita è cambiata. Mi sono accorto che non bestemmiavo più. Mi sentivo un’altra persona, leggevo la Bibbia e pregavo ogni giorno. Gli amici l’estate m’invitavano alle feste di paese ma non mi piaceva andare perché quel mondo non faceva più per me. Il Signore mi aveva tirato fuori dal fango in cui mi trovavo, al punto di non passare inavvertito davanti alle persone che conoscevano il Vito di prima, le quali affermavano che non ero più lo stesso e che ero cambiato radicalmente.
Devo dire che adesso il Signore abita dentro al mio cuore e ora mi rendo conto del piano che aveva preparato per me avendomi liberato da mille pericoli, molto prima che Lo conoscessi. Prego ogni momento della mia vita che mi faccia crescere nelle Sue vie rendendomi sempre più forte nella fede. Chiedo inoltre al Signore di usarmi, affinché possa essere una luce nella mia casa, in modo che i miei familiari conoscano la verità dell’Evangelo e aprano il cuore a Colui che ci ha amati per primo. Voglio pregare, in particolar modo, per quelle persone che stanno vivendo la brutta esperienza dell’alcolismo perché il Signore mi usi per presentare loro il messaggio della salvezza.

Vito Rigillo

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