Ho conosciuto il Signore circa quattro anni fa. Come dicevano gli altri, la mia natura è sempre stata abbastanza mite, ma una serie di fatti dolorosi rese il mio cuore duro come una pietra. Specialmente per essere stata tradita da una amica, ero divenuta crudele fino al punto di portarmi sempre un coltello appresso, sia per difendermi che per eventualmente ferirla. Ero dunque dominata da una forza malefica. Altre sventure contribuirono ad avvelenarmi l'esistenza: un figlio gravemente malato e un marito semi-paralitico.
Ho una sorella che per prima mi parlò di un « Dio vivente ». Mi opposi alla sua testimonianza, ma un giorno, che ero più disperata del solito, gridai a questo « Dio vivente » che si rivelasse e che mettesse fine alla mia angoscia. Non so cosa mi sia accaduto, ma da quel giorno i miei occhi cessarono di piangere lacrime di dolore. Consigliata da alcuni familiari, mi recai al paese di mia sorella, S. Ferdinando, per qualche giorno di riposo. Naturalmente mia sorella mi accompagnò al culto della chiesa cristiana pentecostale delle Assemblee di Dio:
là incontrai il Signore. Uscii da quella sala con uno strano peso sul cuore, così che appena giunta a casa, mentre gli altri si mettevano a tavola, io mi rinchiusi in una stanza a pregare e allora quella tremenda oppressione mi lasciò e il Signore entrò meravigliosamente nel mio cuore.Tornai alla mia residenza di Milano completamente trasformata. I familiari e il vicinato non mi riconoscevano più. La mia casa fu ripiena di canti cristiani, quei pochi che avevo imparato a S. Ferdinando, mentre prima rintronava di canzoni mondane, Fu appunto cantando un inno cristiano che una credente fu attirata verso la mia casa e mi conobbe permettendomi così di venire a conoscenza di una chiesa delle Assemblee di Dio a Milano che io ignoravo completamente.
Così mi trovai tra i figliuoli di Dio. Ogni culto era per me una gioia e una mortificazione, perché non sapevo né leggere e né scrivere e così, pur aprendo la Bibbia e l'innario, io dovevo fingere di leggere e di cantare. Ma in un culto domenicale il pastore pregò per gli analfabeti, credendo che il Signore avrebbe provveduto. Anch'io a casa pregai intensamente il Signore di aiutarmi a superare quella dolorosa umiliazione, perché volevo cantare le sue lodi e conoscere la sua parola. Così un bel giorno, dopo aver pregato ed essere stata particolarmente riempita di gioia, quasi provando me stessa, aprii le pagine dell'innario e mi sembrò di riconoscere i segni che mi si presentavano sotto gli occhi e osai pronunciarli a voce alta. Mi stupii e chiesi ad un mio figliolo se quel che mi stava accadendo corrispondesse ad una realtà ed egli mi rispose che io leggevo. Emozionata al massimo, ma dubbiosa che mio figlio mi avesse mentito per pietà, corsi da una vicina di casa, aprii l'innario e ripetei l'esperimento. La vicina mi confermò che leggevo proprio quel che c'era scritto. Glorificai il Signore con un cuore che mi scoppiava dalla gioia: rispondendo al mio desiderio, Lui mi aveva miracolosamente insegnato a leggere speditamente e a capire quel che leggevo.
Inoltre voglio raccontare che soffrivo di un'ernia ombelicale e di un'ernia inguinale che mi facevano molto tribolare e che andavano sempre più aggravandosi per gli sforzi che giorno e notte compivo per sollevare il corpo quasi inerte del mio compagno. Ma una notte, mentre non mi riusciva di prendere sonno, pregando il Signore che mi battezzasse di Spirito Santo, sentii su di me una musica meravigliosa e una dolcissima presenza di Dio. Il fatto si ripeté tre volte poi mi addormentai profondamente. Il mattino dopo mi svegliai tardi e balzai dal letto dovendo sbrigare delle faccende urgenti all'ufficio postale. Mi lavai in fretta, mi vestii e corsi fuori. Avevo ancora in me la dolcezza dell'esperienza fatta la notte precedente, mi sentivo particolarmente leggera mentre camminavo in fretta per la strada. La causa di tanta leggerezza la scoprii quando passando istintivamente la mano sulle mie ernie mi accorsi che erano letteralmente scomparse: quella ombelicale era più grossa di un'arancia!
Il Signore quella notte mi aveva guarita! Gloria al suo Nome!
Anche il mio compagno si è convertito ed è stato recentemente battezzato. Il suo cuore è sempre pieno di gioia nonostante la sua infermità che il Signore è comunque potente di guarire. Il Signore è vivente! Alleluia!
A lui tutta la gloria e la mia riconoscenza.
MARIA FERRANTE
Articolo tratto da Risveglio Pemtecostale (Dicembre 1980)
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