venerdì 28 ottobre 2011

LA MINIERA ALLAGATA

Da questo abbiamo cono­sciuto l'amore: egli (Gesù) ha dato la sua vita per noi. 1 Giovanni 3:16

Renato si distingueva dai suoi compagni mina­tori per il suo comportamento e per il suo modo di parlare. Ma loro lo consideravano un debole e lo schernivano. "Lascia perdere la tua religione, è roba da femminucce", gli ripeteva­no continuamente.
Il giorno dell'incidente Renato stava lavorando in fondo al pozzo dell'ascensore, quando un rumore di acqua, sempre più forte, gli fece capire la gravità della situazione: la miniera si stava riempiendo d'acqua. Egli poteva ritorna­re in superficie ma avrebbe lasciato morire i suoi compagni che non erano pronti ad incon­trare Dio! Lì vicino c'era un giovane minatore; Renato lo spinse nell'ascensore dicendogli: "Va' presto a dire che andiamo a rifugiarci in fondo alla galleria di destra". Poi corse a rag­giungere gli altri compagni di lavoro e li avver­tì del pericolo imminente invitandoli a seguir­lo con i loro picconi. Tutti insieme scavarono una stanza sopraelevata dove si rifugiarono in attesa dei soccorsi.
Soltanto cinque giorni più tardi vennero rag­giunti dai soccorritori e portati in salvo. Molti di loro furono toccati dall'atteggiamento del giovane credente, dalla sua totale fiducia in Gesù Cristo, dal suo altruismo mostrato in quei giorni di attesa angosciante, e si rivolsero al Salvatore. "Credevo che la religione fosse adatta solo per i deboli — disse uno di loro — ma se la Bibbia può spingere un timido a rischiare la propria vita per parlarci del Salvatore, signi­fica che essa è veramente il libro di Dio".
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