venerdì 21 ottobre 2011

TRA UNA PREGHIERA E L’ALTRA, DIAMO UNA SECCHIATA.


Si racconta che due fratelli convertiti abitavano da soli in un fienile in aperta campagna dove non si sentiva quasi mai passare anima viva.
Una notte, non si sa come sia successo, prende fuoco il fienile e mentre gli animali scappavano, il fratello maggiore col secchio tra pozzo e fienile provava a spegnere il fuoco che anziché diminuire, ingigantiva; il fratello minore, rivolto al cielo faceva le sue preghiere non curante dell’accaduto.

Il maggiore ogni tanto dava un’occhiata al fratello ma stanco e quasi avvilito gli dice: “Dimmi, ma cosa stai facendo?…”
“Sto pregando” risponde disinvoltamente.
“Dimmi, ma tra una preghiera e l’altra, non potresti dare anche tu una secchiata?…

E’ proprio vero, non sempre riusciamo in una impresa senza l’aiuto del prossimo e il Signore ci esorta a renderci utili nel momento del bisogno.
E’ buona cosa pregare, anzi è indispensabile pregare perché attraverso a questo atto di umiliazione si ha un rapporto con Dio concreto ma poiché viviamo in questo corpo di morte (dice l’apostolo Paolo), abbiamo anche necessità di renderci “servi” gli uni con gli altri per qualunque opera sia manuale, sia spirituale perché l’opera del Signore sia ricca per la Sua lode.

E’ vero che il credente non è salvato per le opere perché “la salvezza è un dono di Dio” ma la fede senza le opere, è una fede morta (Giac. 2:26) e più avanti sfogliando la Bibbia, si legge che l’apostolo Giovanni scrive: “Badate a voi stessi affinché non perdiate il frutto delle opere compiute, ma riceviate piena ricompensa”. (2Giov. 8).

Dio non ha nipoti, ma ha figli!
I figli che Dio desidera devono vivere nell’umiltà ed anche i servizi meno nobili che si presentano, se fatti col cuore e come servizio al Signore, sono i migliori dinanzi ai Suoi occhi e Dio, non è mai in debito con nessuno perché risponde con ogni sorta di benedizione affinché il Corpo di Cristo sia ben collegato e viva in perfetta armonia per il giorno del Suo ritorno!



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