sabato 27 agosto 2011

SIGNORE, FORGIACI



La storia che ora racconterò mi è stata di tale benedizione che voglio tra­smetterla ad altri.
In una piccola città viveva un fab­bro ferraio, un uomo perverso, il capo di un gruppo di uomini rozzi e violenti. Quest'uomo si converti, e si diede tutto al suo nuovo Signore. Un giorno, alcu­ni mesi dopo il grande cambiamento, vide apparire nella sua fucina un vec­chio compagno.
— Di' un po' — gli disse questi. —Perché non lasci andare questa storia della religione e non ritorni con noi? Ne hai passate di brutte in questi mesi, malattie, morti, e chi più ne ha più ne metta. Roba che non avevi mai co­nosciuta.
Continuando a forgiare la balestra di un carro, il fabbro, ....
senza interrom­pere il proprio lavoro, fece cenno all’altro di stare a guardare, mentre egli andava scaldando pezzi di metallo in­fuocato per formare il pezzo voluto. Ma l'ultimo pezzo, per quanto lo riscaldas­se ripetutamente, non voleva far presa. Non riceveva la « tempera » ed alla fi­ne dovette esser gettato nel mucchio dei rifiuti. Voltosi al suo vecchio com­pagno, il fabbro disse: — Da quando ho conosciuto il Signore Gesù ho visto che è questo il modo in cui Egli tratta i suoi figliuoli. Così io gli dico: Signo­re, battimi finché vuoi, ma non get­tarmi nel mucchio dei rifiuti!
Sono, passati molti anni da quando ho udito raccontare questa storia del fabbro e molte volte, nell'attraversare la fornace ardente, anche io ho elevato il grido: — Signore, battimi finché vuoi, ma non mi gettare nel mucchio dei rifiuti!

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