giovedì 25 agosto 2011

Una nuova vita


Mi chiamo Sebastiano e sono di Catania. La mia vita è cominciata con un’infanzia piuttosto difficile, ancora molto piccolo ho subìto delle crisi convulsive a causa di una febbre molto alta, i dottori non riscontrarono nulla dall’esame encefalografico e ritennero che ero stato miracolato. Crescendo divenni un bambino molto impulsivo e testardo. A scuola, ero piuttosto violento con gli altri compagni, mordevo i bambini e così la maestra era costretta a legarmi le mani e mettermi un cerotto sulla bocca. A causa del mio “mancinismo”, poi, ho subìto diversi maltrattamenti in casa, nel tentativo di correggermi. Amavo molto il calcio, così cominciai a giocare con una piccola squadra, ma un giorno picchiai un ragazzino fino a rompergli un braccio e così mi buttarono fuori. A scuola andavo molto male, non sapevo leggere né scrivere, mio padre era esausto e disperato a causa del mio comportamento, così una sera all’età di dieci anni decise di darmi una severa punizione. Era notte e pioveva, mi portò in macchina e mi lasciò da solo in una contrada vicina, era buio ed avevo paura, lo supplicai di non lasciarmi, ma lui se ne andò. Piansi molto, poi, riconoscendo la strada, m’incamminai verso casa. Dopo alcune ore mio padre tornò a prendermi e non trovandomi nel posto in cui mi aveva lasciato, si spaventò moltissimo, finchè mi ritrovò sulla strada del ritorno. Questa volta fu lui ad invitarmi a salire, ma io ero troppo arrabbiato e ferito per farlo, continuavo a piangere, ma alla fine accettai e così tornammo a casa. Lì diedi sfogo a tutta la mia rabbia, gli dissi quanto lo odiavo e quanto lo detestassi, gli dissi anche che non lo volevo come padre e che non lo riconoscevo più come tale. Egli pianse, era disperato, penso che a modo suo cercasse di educarmi. Dopo un periodo trascorso in collegio, mi prese a lavorare presso di sé, ma anche lì fui una grossa delusione, mi comportavo male e combinavo danni agli operai. Durante l’adolescenza cominciai a frequentare una brutta compagnia di amici, con cui mi recavo in posti poco “puliti”. Nascevano spesso liti violente, anche a causa del mio brutto carattere. Così un giorno, quasi come fosse un “regolamento di conti” o per sfregio, mi portarono in un garage e lì abusarono di me sessualmente, costringendomi a fare cose che non volevo. Tutto questo certo non mi aiutò a migliorare la mia condizione psicologica ed emotiva. Più crescevo, più crescevano con me errori e comportamenti sbagliati. Ricordo che a causa di una certa situazione, entrai in una grave e profonda forma di esaurimento mentale e di depressione, la mia mente non ragionava più, ero sull’orlo del suicidio e i miei genitori piangevano dalla disperazione. A momenti di immobilità totale, si alternavano momenti di escandescenza in cui diventavo un pazzo furioso. Medici ed infermieri cercavano di aiutarmi con medicine e tranquillanti, ma io picchiavo tutti e buttavo in aria qualunque cosa mi capitasse tra le mani, neppure i calmanti più forti servivano a qualcosa. Così un giorno il medico disse che per me non c’era più speranza, nessuna possibilità di recupero. Tuttavia una sera in un momento di lucidità, sdraiato sul letto gridai al Signore chiedendogli di aiutarmi. Dopo alcuni giorni incontrai un mio amico che mi vide molto malridotto e per un certo tempo mi aiutò, poi mi presentò un suo amico che egli diceva conosceva Dio. Questo giovane mi disse che c’era Qualcuno che poteva cambiarmi e darmi la vita eterna e che Questi era Gesù. Io ero quasi sorpreso che qualcuno potesse cambiarmi! Una sera, però, entrai nella piccola chiesa evangelica e mi sedetti all’ultimo posto, il semplice messaggio di quella sera era sul racconto di Gesù che calma la tempesta. In seguito al sermone pregai e chiesi perdono al Signore di tutti i miei peccati. Dopo alcuni giorni entrai in un centro di recupero cristiano “Il Rifugio” nei pressi di Catania, dove fui aiutato e ricevetti guarigione dal Signore. D’allora la mia vita è cambiata e ogni giorno di più viene trasformata dalla potenza rigeneratrice del Cristo risorto. Come conseguenza di tutto ciò anche i rapporti con i miei genitori sono stati risanati e da tre anni servo il Signore nella missione con piena gioia di vivere. Quando tutti mi avevano detto che non c’era speranza, Gesù mi ha ridato una vita!

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