domenica 28 agosto 2011

Il perdono di Lisa




Sono i tempi agitati della Riforma; una severa persecuzione infierisce nei Paesi Bassi.

In una modesta abitazione di arti­giani valloni, una donna sospira: « Sì, Dio veglia . . . ; ciò nonostante per­mette che soffrano coloro che Lo ser­vono. Egli permette che i Suoi figli vengano imprigionati, torturati, ucci­si, come ai giorni dei primi testimoni cristiani . . , ».

« No, Lisa, » risponde suo marito, « Dio cammina con loro nella fornace, come fece per i tre amici di Daniele ».

Gli occhi della donna si riempiono di lacrime. Ella è piena d'inquietudine per suo marito, occupato in quel preciso istante a leggere il libro dei Salmi tradotti in versi francesi da Clemente Marot. In quei giorni fune­sti, possedere un simile volume in casa significava la morte, morte certa.

Ad un tratto, bussano violentemente alla porta. Lisa getta uno sguardo pie­no di terrore verso il marito. Si ode gridare: «Aprite! Aprite, nel nome del Re Filippo!»

Terrorizzata, prende il marito per braccio e lo spinge in un armadio se­greto. La porta si apre violentemente e Carlo può udire, dal suo ripostiglio, la voce severa e forte del borgomastro. Dopo poco, i soldati se ne vanno. Carlo giudica prudente fuggire. Abbraccia la moglie e scompare, prima del canto del gallo.

Per lungo tempo Lisa spera che suo marito sia scampato;..... ma un giorno le giunse la notizia che il borgomastro lo ha preso e fatto arrestare mentre egli stava cercando di ritornare a casa travestito. Lo hanno forzato ad abiu­rare la fede; ma egli si è rifiutato di farlo. La sentenza viene emessa e non tarda ad essere eseguita. Una folla furiosa assiste, sulla piazza del mer­cato, al martirio di Carlo, che viene bruciato vivo.

Qualche giorno appresso, un miste­rioso messaggero recapita alla giova­ne vedova un pacchetto: è il libro dei preziosi Salmi ed ella vi trova sotto­lineato il passo: « Ho cercato l'Eterno ed Egli mi ha risposto ed Egli mi ha liberato da tutti i miei spaventi ».

Diversi anni sono trascorsi. Lisa lavora per i suoi figliuoli che istruisce nelle Sacre-Scritture. Dopo quattro anni di persecuzioni tremende, di col­po si ha in Olanda un gran cambia­mento.

Una oscura notte, un colpo viene battuto alla porta di Lisa: « In nome di Dio, aprite! Ne va della mia vita; sono perseguitato! ».

Lisa apre. Un fuggitivo si spinge dentro. Alla luce della lampada, la donna non tarda a riconoscere colui che ha fatto condannare suo marito, il borgomastro stesso! Egli non ha riconosciuto la casa, altrimenti non l'avrebbe scelta per cercarvi rifugio.

«Posso essere sicuro qui,» domanda.

«Si, perfettamente sicuro,» risponde semplicemente la vedova. Ella apre l'armadio segreto.

«E' là che mio marito era nascosto, quattro anni fa, quando voi lo cerca­ste inutilmente con i vostri soldati. Entrate senza timore».

Anche il borgomastro sfuggì a tutte le ricerche.

Lisa non ebbe contro di lui alcun rancore e la sua preghiera salì al cielo in rendimento di grazie.

Questa storia autentica non è che una prova tra mille di come la potenza di Cristo può rendere forti i deboli, capaci non solamente di soffrire e di morire, ma d'amare d'un amore che trionfa sull'odio e sulla crudeltà uma­ni. In quei tempi terribili, Carlo, il martire sconosciuto, ed Elisa, la sua vedova, obbedirono al comandamento del Signore: « mi sarete testimoni ».

da «L'Appel du Maitre »

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