mercoledì 31 agosto 2011

"MIRACOLO ..."


Sul certificato medico, il dottore scrisse: miracolo !

Alla nascita del mio primo bimbo, la domanda che subito feci fu « E' nor­male? ».
Non dimenticherò mai il rapido col­po d'occhi che i dottori si scambiaro­no, e poi anche le ostetriche; erano in sei attorno a me. Seguì un silenzio che mi sembrò un'eternità.
In seguito, il mio, dottore curante mi disse con la sua calma abituale:
—Avete un grazioso bebè; è un ma­schietto; è piccolo, ma grazioso. — Ma è normale? — insistetti.
—Ne parleremo subito, rispose il dottore.
Questo fu l'inizio della terribile real­tà che abbiamo vissuto, mio marito ed io, durante sei anni. Alla sua nascita, Michael Craig non raggiungeva il peso di kg. 1,500 e si pensava che non sa­rebbe vissuto a lungo. Attendemmo tre­pidanti cinque giorni, durante i quali gli fecero delle iniezioni di sangue e cercarono con ogni mezzo di liberarlo da una forma di diarrea tutta partico­lare. Il dottore ci disse chiaramente che soltanto una potenza superiore...
avreb­be potuto mantenerlo in vita, In capo a tre settimane, non aveva che il 50% di probabilità di sopravvivere. Quel che il dottore ignorava era la catena di pre­ghiere che aveva avuto inizio dalla na­scita di Michael Craig, per la sua com­pleta guarigione, poiché Dio soltanto poteva operarla.
Quando aveva tre mesi, ci autorizza­rono a portarlo a casa. Non raggiun­geva 'ancora il peso di 2 kg. e mezzo. Due settimane dopo dovemmo ricon­durlo d'urgenza all'ospedale: il suo pic­colo corpo era completamente disidra­to a causa di uria febbre altissima e, nuovamente, si dovette lottare contro quella specie di diarrea che lo aveva colpito alla nascita.
Dopo tre mesi, ci consigliarono il suo ricovero all'ospedale per fanciulli, nel­la città di Toronto (Canada), dove re­stò per sei settimane. Quando ci per­misero di riprenderlo, ci avvèrtirono di non deviare mai da un regime rigoroso, al fine di evitare nuove crisi di diar­rea. Ci prescrissero anche un farmaco che era il solo rimedio efficace contro il microbo che provocava la diarrea, il quale microbo, se, non veniva combat­tuto immediatamente, poteva disidra­tare il corpo di Michael, provocare una febbre altissima, delle convulsioni e la morte.
Durante tutto il suo primo anno di vita, Michael Craig visse di crema d’avena, di purée di banane. A 11 mesi cominciarono le malattie dell'infanzia: il morbillo, poi la rosolia, la varicella, gli orecchioni. Ogni malattia lasciava come conseguenza forti crisi di diarrea che lo facevano torcere per i dolori. A 15 mesi cominciarono le convulsioni, il che significò dosi superiori di medici­nali. Dal secondo al terzo anno trascorse più tempo all'ospedale che a casa. Le crisi divennero sempre più frequenti e più forti. Sui quattro anni, il male si sparse dagli intestini fino allo sto­maco. A 5 anni e mezzo, ebbe la sua crisi più terribile. Il nostro medico si consultò con il Dr. Nelles Silverthorne, al Centro Medico di Toronto. Dopo a­ver esaminato il bambino, il Dr. Silver­thorne mi guardò diritto negli occhi:
Shirley, mi disse egli, avete pro­vato di evitare l'inevitabile. Meglio di me voi già sapete che questo bambino non potrà mai migliorare. Michael Craig ha al presente un'ulcera allo sto­maco. Ciò è molto raro per un fanciullo della sua età, ma si spiega a motivo dei molti medicinali che ha dovuto pren­dere. Il male si estende sulla bocca del­lo stomaco. Possiamo al massimo spe­rare ch'egli viva un mese.
Continuò:
— Le medicine, non possono più gio­vargli. Potremmo ricoverarlo in ospe­dale; ma sarebbe meglio che voi lo te­neste presso di voi finché egli sia co­sciente. Se decidete di tenerlo presso di voi a casa ancora per qualche gior­no posso prescrivervi una medicina molto costosa. Quando il flacone sa­rà terminato, allora faremo in modo di ricoverarlo. Sono addolorato mol­tissimo ; ma noi dottori non possiamo fare dei miracoli.
Da quello stesso istante, io mi ripro­misi di assecondare ogni desiderio di mio figlio, purché ragionevole.
Michael dormì fino alle cinque del pomeriggio. Al suo risveglio, la sua prima domanda fu:
« Mamma, porta­mi alla Chiesa! ».
Mi sovvenni del voto che avevo fatto e cominciai a vestirlo. Vomitò molto fortemente, ma gli somministrai  una doppia dose di medicinale, chiedendo a Dio di guardarlo e di far sì che potesse riposare durante tutta la riunione.
Era un culto per i giovani. Un gio­vane pastore, Tommy Reid, doveva par­lare. Il padre, l'evangelista Al Reid era pure presente e faceva cantare qualche coro prima ancora dell'inizio della riu­nione. Lo Spirito di Dio scese su di noi. Il Fratello Reid invitò i malati a farsi avanti. Mio marito ed io prendemmo Michael e lo conducemmo avanti: Nel momento stesso in cui il fratello Reid e il nostro pastore, fratello Bowen, im­posero le mani sul nostro bambino, Dio mi diede la certezza che lo aveva gua­rito. Anche Michael sentì lo stesso, per­ché cominciò a lodare e ringraziare Ge­sù della guarigione.
Più tardi, l'evangelista ci disse che durante tutto quel giorno aveva senti­to un peso sul cuore per un bambino e sapeva che Dio avrebbe operato guari­gione. Non sapeva però di quale bam­bino si trattasse fino al momento in cui entrò nella chiesa.
Sull'automobile, durante il viaggio di ritorno a casa, Michael si mise nuo­vamente a vomitare, ma questa volta rigettò una sostanza spessa, scura. Quando lo mettemmo a letto, Mi­chael ci disse: « Ringraziamo Gesù an­cora una volta per avermi guarito ». Dormì tutta la notte, svegliandosi una volta soltanto per bere acqua. Che cam­biamento dopo un mese senza mai dor­mire la notte!
Ci restava ancora qualche cosa da fare. Il dottore aveva perfettamente ra­gione di dirci che i medicinali costa­vano cari, circa 8500 lire per ogni 85 grammi! Pieni di fiducia in Dio, get­tai via il resto della medicina nella spaz­zatura. Se Dio aveva guarito il nostro figliuolo, non avevamo più bisogno di medicine.
Il giorno successivo, Michael fece il primo pasto normale della sua vita. A pranzo mangiò del purée, delle ca­rote, una cotoletta e dell'insalata. Poi una fetta di dolce ed un gelato., il primo della sua, vita. Non ebbe nes­suna conseguenza negativa! A cena era tanto affamato quanto al pranzo.
Quando il Dr. Silverthorne rivide Michael poteva a malapena credere che si trattasse dello stesso bambino. Gli fece una radiografia che dimostrò ciò che Dio aveva compiuto: Nessuna trac­cia d'ulcera nello stomaco! Il bambi­no aveva acquistato 4 kg. e mezzo di peso. Quel dottore giudeo prese il cer­tificato medico. di Michael e vi scris­se sopra per traverso: « Miracolo ». Fu questo il suo modo di riconoscere che l'uomo ha i suoi limiti e che soltanto l'Onnipotente aveva potuto compiere il miracolo.
Ciò avveniva circa tre anni fa. Oggi Michael è uno dei bambini più robusti che può capitarvi d'incontrare. Quanto siamo grati a Dio di questo miracolo! Una guarigione straordinaria operata per il tocco della mano del Maestro.

(The Pentecostal Evangel)
Testimonianza confermata dal Pastore M. David Bowen, Dixon Gospel Taber­nacle, Weston, Ont. Canadà.

Tratto da Risveglio Pentecostale del 1968

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